Dopo mesi e mesi di tentativi per prenotare, finalmente ce l’ho fatta. A fine marzo riesco non solo a trovare libero il numero di telefono ma anche a trovare una data libera comoda per me e mio marito per la visita al Giardino Giapponese di Roma.
L’unico rammarico è che è un venerdì pomeriggio di fine maggio alle 15.00 e non potremo portarci la nostra bimba… vabbe, vorrà dire che la considereremo una libera uscita!!! 😉
Il giardino si trova all’interno dell’Istituto Giapponese di Cultura, dietro la Galleria Nazionale di Arte Moderna e proprio davanti a Valle Giulia, la facoltà di archittetura di Roma.
Arriviamo presto, direttamente dal lavoro e, prima di poter entrare al giardino, ci godiamo l’esposizioni di kimono moderni dipinti a mano da Vivid Meisen. Uno più sfavillante dell’altro, davvero splendidi.
Finalmente è l’ora del nostro turno di visita. Entriamo accompagnati dalla guida nel giardino. Subito all’entrata ci colpisce la presenza di un olivo vicino ad un ciliegio:
Sono messi lì, ci spiega la guida, con i rami che si sfiorano l’uno con l’altro, proprio per simboleggiare l’amicizia tra il popolo giapponese e quello italiano.
Il giardino giapponese è stato realizzato agli inizi degli anni ’60 da un noto architetto nipponico, Nakajima Ken ed è stato il primo giardino giapponese realizzato in Italia. Il giardino sorge accanto all’Istituto di Cultura inaugurato nel dicembre del 1962 per promuovere la cultura giapponese in Italia.
Dopo l’abbraccio dell’olivo e del ciliegio, la guida ci porta accanto al laghetto, con la cascatella, due degli elementi essenziali e tradizionali del giardino in stile giapponese. Il laghetto si può attraversare passando sulle rocce – piccole isole che richiamano l’arcipelago nipponico – e poi su un ponticello . Molto suggestivo!
Si arriva dall’altra parte del laghetto e non c’è molto altro da vedere: La lampada di pietra, altro elemento caratteristico del giardino giapponese, alla fine del sentiero e la veranda dopo si gode un’ottima vista di tutto il giardino e ci si riprende sotto un’ombra freschissima.
Gli elementi tradizioni del giardino giapponese ci sono tutti: laghetto, cascata, rocce, piccole isole, ponticello e la lampada di pietra. La ricostruzione è fedele ad un vero giardino giapponese, studiata perfettamente per portare un angolo di Giappone a Roma.
Ci sono anche le carpe che nuotano nel laghetto: un animale importante nella cultura giapponese. La guida ci racconta infatti che ogni anno il 5 maggio si celebra la festa dei ragazzi e dei bambini: sui balconi, nei giardini, fluttuano delle carpe multicolori di carta o di seta, attaccate dalle famiglie che hanno almeno un figlio maschio.
La carpa, pesce che risale i fiumi contro corrente durante la deposizione delle uova, è un simbolo di coraggio e di perseveranza.
Infatti, all’entrata dell’Istituto svettano delle carpe colorate, per ricordare questa festa (visto che siamo nel mese di maggio).
La visita guidata finisce qui, al fresco, sotto la veranda.
Mi ero sempre immaginata il giardino come molto ma molto più grande (non dico i giardini di Versailles, ma … 🙂 ) invece è piccolissimo, raccolto ma allo stesso tempo suggestivo e davvero bello. La visita vale sicuramente la pena, una mezzora fuori dal caos romano e immersi nella cultura giapponese…
Un angolo di quiete e di colorE nel grigio del cemento cittadino.
Info utili:
Il giardino si trova in Via Gramsci 74. Zona Valle Giulia /Belle Arti. Noi siamo andati con i mezzi pubblici. Metro B fino alla fermata Policlinico e poi il tram (n. 3 o n.19) fino alla fermata Belle Arti (10 minuti circa di tragitto). Da lì, con una breve passeggiata di circa 600 metri, si arriva all’entrata dell’istituto.
Le visite guidate sono ogni mezzora e bisogna stare lì 10-15 minuti prima per le formalità. Ii sito web per prenotare è quello dell’Istituto Giapponese di cultura (al momento ci sono dei posti liberi per fine giugno e si aprono le prenotazioni per il mese di settembre). La visita è gratuita e solo guidata.
Consiglio scarpe comode senza tacchi alti perché il sentierino da percorrere all’interno del giardino è fatto da ciottoli piccoli e poi c’è il passaggio sulle rocce all’interno del laghetto (che si può anche evitare).
Portatevi la macchina fotografica. Le foto si possono fare!