Il racconto – comico – del mio parto.
Eravamo rimasti a –44 giorni all’alba.
Dopo le flebo, per non farmi mancare nulla, ho fatto i tamponi -negativi per fortuna -, la visita con l’anestesista – tutto ok e vai con l’epidurale! – e tutti i controlli per la donazione gratuita del sangue del cordone ombelicare… E proprio il giorno che eravamo andati a fare il colloquio con il trasfusionista per l’ok definitivo per la donazione, mi sono ritrovata ricoverata in ospedale: pare avessi una dilatazione di 3 cm e il collo dell’utero accorciato.
Sembrava dovessi partorire la notte stessa, alla 35° settimana…
Nei 10 giorni di ricovero “coatto”, ne ho sentite di tutti i colori:
dal “domani lei signora esce” al “non si preoccupi lei starà con noi fino al parto”. Un giorno avevo poco liquido amniotico, un giorno andava bene, un giorno dovevo bere 4 litri d’acqua e il giorno dopo “non serve che beve acqua”; chi, con la sola imposizione delle mani sul mio ventre, riusciva a capire quanto liquido c’era e chi aveva bisogno del consulto con il mega primario…
Poi venne il vento freddo dell’amministrazione e mi ritrovai di nuovo a casa, il 1 dicembre. Alla 37° settimana. Contrazioni zero.
La ginecologa ufficiale mi ha detto che non ero dilatata e che non sarebbe nata prima, la ginecologa ufficiosa mi ha detto che sicuramente sarebbe nata prima e di andare in ospedale al primo dolore.
Insomma, l’ostetricia NON è esattamente una scienza esatta.
Alla fine ero stufa, non ne potevo più. Più i giorni passavano e più mi sentivo gonfia, stanca, enorme… Una sera, era il 13 dicembre, uscendo per la solita passeggiata serale con Luca, non sono riuscita ad infilarmi le scarpe che ho sempre portato…
“che strano!” ho pensato!
La mattina del 14 dicembre alle 6.50 una contrazione mi ha svegliato. E’ stato in quel momento esatto che ho capito quante mi hanno detto che le vere contrazioni si capiscono quando le senti! Quanto è vero!!! Mi sono riuscita ad alzare dal letto a fatica perchè volevo camminare… Dopo 40 minuti eccone un’altra…
Faccio colazione, leggera, non si sa mai. E mi vesto.. meglio essere pronte. Alle 9 le contrazioni erano ogni 20 minuti. Luca esce dall’ufficio e arriva alle 9.30. Alle 9.40 usciamo da casa.
Ostiense bloccata. A passo d’uomo. Panico. Ansia. Contrazioni. Ansia. Panico. Contrazioni. Panico.
Alle 10.20 arrivo al pronto soccorso del FbF. Sono in travaglio, ho le contrazioni ogni 5 minuti. Mi chiamano subito per la visita. L’ostetrica mi visita. Fa una faccia stupita e mi dice “Signora lei è completamente dilatata, ora la portiamo in sala parto che partorisce”. P A N I C O.
Mi si è annebbiato il cervello.
Partorire in che senso??? Non si può tornare indietro? E che faccio ora? E se non ci riesco?
Alle 10.47 entro in sala parto, mi metto la camicia da notte bianca con i bottoni. Tra una contrazione e l’altra ovvio.
Arriva Federica, la mia ostetrica che mi fa i complimenti per come sto gestendo le contrazioni. Respiro. Visualizzo. Respiro. Toglietemi i reni, per favore!
Sulla palla, sul letto, in piedi. Respiro. Non pensarci… dura poco, tranquilla!
Luca è al mio fianco mentre mi rompono le acque. Devo spingere. Mi spiegano la posizione che, di certo, non è proprio nè elegante ne tantomeno comoda. Ma tant’è… All’inizio non riesco a spingere, come se mi vergognassi, sono intorpidita mentalmente, ho la nausea, mi sento la testa vuota e mi sembra di essere altrove..
L’ostetrica mi sgrida con la massima calma e cortesia, invitandomi a spingere meglio. Io le spiego con altrettanta cortesia che se spingo poi mi esce la “cacca” – ebbene sì ho detto proprio così.
L’ostetrica allora sempre più cortese mi ha invitata a farla questa “cacca”.
Ah sì? Per 39 anni ho sofferto di stitichezza e SO esattamente che cosa vuol dire SPINGERE… Sono campionessa mondiale di spinte! E allora ditelo!
Ho spinto 1 volta ed è uscita la testa. Alla 2° spinta è uscita tutta.
E’ nata G.! Ore 12.07
Ho spinto talmente forte che pure la placenta si è staccata subito dopo l’uscita di Greta. E’ iniziato un supplizio di mezzora per 3 punti, 3. Peggio del travaglio, credetemi! Tutti che ti guardano lì, e commentano… insomma non è stato per niente bello.
E poi avevo sete e non potevo bere… acqua!!!
Ecco il mio parto è stato veloce, niente epidurale. 100% spontaneo. Abbiamo fatto tutto da sole, io e Greta!
Grazie nonna Lilla, per aver vigilato. Ora so che quel sogno voleva dire che tu mi saresti stata vicina e mi avresti protetto.
E in quanto al primo sogno, era proprio un sogno premonitore!