Circa 10 giorni fa mia figlia ha eliminato il ciuccio dalla sua vita. Dopo 3 anni esatti di utilizzo più o meno continuativo, ha deciso, da sola, che non lo voleva più.
Io ancora mi devo riprendere da questo evento. Non che non lo volessi, ovvio. Praticamente lo usava solo per addormentarsi e basta e quindi io stavo lavorando, insieme a lei, per un’eliminazione il più possibile dolce e senza traumi.
Mia figlia ha fatto di più.
E’ stata lei stessa a dirmi, una sera, che non lo voleva più e che avrebbe dormito senza ciuccio. Io sono rimasta basita ma ho assecondato il suo desiderio. E da quel giorno – pouff – il ciuccio è sparito, senza una lacrima, senza un capriccio.
Neanche con l’eliminazione del pannolino mi è preso questo senso di angoscia misto a nostalgia. Quella è stata un’autentica liberazione. Con il ciuccio, per quanto faccia più male di un pannolino, per quanto ero contraria al suo utilizzo, mi è presa proprio male.
Infatti, io ancora non mi abituo nel vederla senza ciuccio… Ogni tanto mi fermo e mi chiedo dove è il ciuccio, per paura di averlo perso o dimenticato da qualche parte e mi trovo davanti alla scatoletta ormai perennemente vuota.
E’ proprio cresciuta, si sta trasformando in una bambina.
Forse è a questo che non sono preparata.
Come se il ciuccio rappresentasse l’ultimo avanposto dell’essere “piccoli”. Abbattuto quello, cosa resta?
Fra poco mi chiederà le chiavi di casa?
PS. Se mia figlia ha eliminato il ciuccio spontaneamente e senza traumi è grazie a quella che mi piace chiamare “letturatura di sostegno“. Ho comprato due libri molto carini sull’argomento e ho cominciato a leggerli con lei, in varie occasioni, varie volte.
I libri sono “Anna dorme senza ciuccio” e “Il Ciuccio di Nina” con una netta preferenza di mia figlia per il primo… che raccontava esattamente la “sua ” situzione.
Per una recensione dettagliata, puoi leggere “Anna Dorme senza Ciuccio qui e il Ciuccio di Nina qui