Durante la settimana #tornarsposini, cioè da soli con la bimba in vacanza con i nonni, siamo andati a vedere la mostra su Botero al Complesso del Vittoriano. Dopo la mostra sugli Impressionisti a Treviso e tutte le altre mostre visitate insieme a mia figlia, questa volta ho preferito immergermi in pieno nell’arte di uno dei pittori preferiti di mio marito e miei, godendomi la mostra con calma e con le audio-guide.
Per definire l’arte del pittore colombiano nato a Medellin nel 1932, possiamo usare le sue stesse parole:
Il problema è determinare la FONTE del piacere quando si guarda un dipinto. Per me il piacere viene dall’esaltazione della vita, che esprime la SENSUALITÀ’ delle forme. per questa ragione il mio problema formale è creare SENSUALITÀ’attraverso le forme.
Ad aprire la mostra, nella prima sezione, sono le sculture. Forse meno conosciute dei quadri, le sculture sono in bronzo monocromatico – così diverse dall’esplosione dei colori nei dipinti – ma il loro volume amplificato le rende di una bellezza unica. Personalmente non le avevo mai viste e ne sono rimasta affascinata. Soprattutto davanti alla scultura de I Ballerini, davvero straordinaria…
I corpi sono sinuosi, sensuali e trovano la loro armonia nell’atto dell’abbraccio.
Nella seconda sezione inizia la parte dedicata ai dipinti. “Versioni di antichi maestri” è un chiaro omaggio ai pittori che hanno ispirato l’artista colombiano nel suo percorso artistico. Qui Botero coniuga perfettamente la cultura latino-americana in cui è cresciuto con la grande cultura pittorica dell”occidente. Ne è un esempio il quadro di “Rubens e sua moglie” del 2005.
Botero è conosciuto e riconosciuto da tutti come il pittore “della grandi forme” dei corpi “rotondi” e non perfetti… in realtà il suo interesse maggiore era per il volume, per la sensualità della forma.
“Ciò che io dipingo sono volumi”
Ed è il volume ad essere predominante anche nelle “Nature Morte“, a cui è dedicata la terza sezione della mostra. Gli oggetti dipinti acquistano una personalità ben distinta sottolineata ancora meglio dall’uso del colore.
Nella quarta sezione il tema è la religione, tema molto sentito da Botero per il legame tra realtà e fantasia, tra soprannaturale e quotidianità.
La quinta sezione è dedicata alla politica, altro tema centrale della formazione artistica del pitture colombiano. Tutti i suoi dipinti sono ancorati alla realtà, alla dimensione popolare e alla cultura sud-americana della sua città natale. I suoi ritratti di uomini politici e militari non esprimono giudizi ma sono un’esaltazione delle eleganza e dei colori dei loro abiti.
Si prosegue verso le due sezioni che secondo me sono le più belle… la sesta dedicata alla vita latino-americana e la settima che raccoglie i dipinti sui nudi.
Lo spirito latino-americano è sempre presente nelle sue opere, nonostante Botero abbia vissuto pochi anni in Colombia e abbia girato tutto il mondo (ora vive in Italia dal 1983 a Pietrasanta -Lucca-). E’ la vita di tutti i giorni ad essere ritratta nei suoi dipinti.
Nella sezione dedicata ai nudi, Botero propone forme femminili senza trucchi, al naturale ed esalta la bellezza nonostante le imperfezioni. Le forme conquistano gli spazi in maniera armonica. Le donne raffigurate – come quella, bellissima, ne “Il Bagno” (1989) – evocano naturalezza, non c’è malizia.
L’ottava e ultima sezione in mostra è sul Circo. Durante un soggiorno in Messico, Botero si è innamorato del circo, è affascinato dai suoi colori, dal movimento del contorsionista, dalle storie di vita dei personaggi che lo abitano.
Un percorso molto bello, breve ma intenso, nel mondo di Botero, testimone di un’arte fedele alle proprie radici sud-americane ma al tempo stesso al passo con i tempi, moderna, aperta a nuovi stili e linguaggi.
Cosa mi è piaciuto: le sculture. Sicuramente una bellissima scoperta per me. Una nota di merito va anche ai curatori delle audioguide. Una delle pochissime volte in cui la spiegazione è chiara, vivace e sintetica, mai noiosa.
Cosa mi ha deluso: pensavo di trovare tra i quadri esposti anche quelli relativi alla serie de “I ballerini” come quello che ho appeso nella nostra camera da letto.
Portarci i bambini?: assolutamente sì. La mostra è molto fruibile, non lunghissima, i quadri di Botero piaceranno tantissimo ai bambini, per i colori accesi e brillanti e per il loro essere così “diversi” ed originali. A mia figlia sarebbe piaciuto sicuramente.
Tutte le informazioni sulla mostra di Botero che chiude il 27 agosto si possono trovare sul sito del Vittoriano.
Si ringrazia l’ufficio stampa Arthemisia per il materiale stampa e fotografico.